Brasile.

 
 

São Paulo: Appunti di viaggio.

La megalopoli mi accoglie dentro al suo caos
come il mare una goccia di pioggia.
Ne divento parte silenziosamente.
Volendo o non volendo divengo divenire, movimento.

Movimento di un essere circoscritto in uno spazio smisurato.
Movimento sincrono ad altri movimenti.
Quello incessante e lineare delle auto, quello intermittente dello sciame degli individui, quello casuale dei suoni e dei rumori, quello improvviso dei colori, quello dei pensieri che vanno e vengono; come le auto, gli individui, i suoni, i rumori, i colori...

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São Paulo è la città meno “brasiliana” del Brasile, priva di legami con il passato e proiettata tutta verso il futuro: una città giovane, sviluppatasi rapidamente grazie all'afflusso di centinaia di migliaia di immigrati di ogni nazionalità.

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Balli, musica, feste, eccentrici travestimenti ed eccessi sono gli ingredienti del Carnevale più folle del mondo.
Da vedere, almeno una volta nella vita!

E' il carnevale degli eccessi per eccellenza, un'overdose di divertimento che tributa gli onori ai piaceri della carne nel culmine della canicola estiva carioca: quello di São Paul è a tutti gli effetti una delle meraviglie del mondo, di sicuro un appuntamento da non perdere almeno una volta nella vita. La straordinaria euforia delle persone che prendono parte notte e giorno alle danze, alle feste, agli eventi e alle parate a ritmo di samba, contribuiscono ad attrarre ogni anno qualcosa come 500mila turisti provenienti da ogni dove.

✻ Blocos de Carnaval  Rua Augusta

R. Augusta, 1582 - Consolação, São Paulo - SP, 01304-000, Brasile

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23°32′45″S - 46°38′17″W

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La selva oscura è qui una distesa di palazzi e grattacieli che sembrano esser stati gettati dall'alto da una divinità impazzita. Il cielo sopra essi stagna grigiastro e a tratti si apre alla luce del sole. Spesso, specie la sera, inizia a cadere una piacevole o fastidiosa (a seconda di come si è trascorsa la giornata) pioggia leggera (a garoa) che immediatamente avvolge tutto e tutti, tentando di pulire le innumerevoli lordure, in qualche maniera accumulate, nel corso delle ore.

La meraviglia che si prova è la medesima che nei miti doveva provare l'umano alle prese con il gigante. Lo smisurato e l'invisibile. La vicinanza -fisica- al cielo e la lontananza dal proprio cuore.
La bellezza e la ferocia. Sorisos e abraços, urla e violenza.

Gli estremi convivono uno accanto all'altro, uno dentro l'altro o meglio sono la cosa stessa.

Eraclito ne sarebbe stato felice. E questo perpetuo divenire, alimenta senza sosta il pulviscolo degli esseri che ne fanno parte e che rendono possibile il costante accadere, in un gioco senza fine.

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Mi viene da pensare alla quantità quotidiana di energia di cui ha bisogno il gigante per funzionare, ai fiumi di acqua che entrano ed escono senza sosta dalle sue membra sparse.
Alle tonnellate di cibo prodotte e consumate continuamente.

Alla teoria di camion che vi transita ininterrotta, alla smisurata quantità di merci che lo riempiono all'inverosimile. Cerco di immaginarne l'immenso sistema venoso fatto di tubature, cavi, fili, pali e qualsiasi altra cosa serva ancora per trasportare atomi da una parte all'altra.

Lo smisurato apparato digestivo,
le fogne e tutto quanto altro occorra per smaltire.

Miriadi di connessioni, miliardi di impulsi, bisogni e necessità che si incrociano e si sovrappongono divenendo indefinite.
E tutto ciò, incredibile a dirsi, sembra funzionare alla perfezione.

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